Ladainha cantada por Mestre Traira
Se diz que essa è a versao completa da ladainha de riachao, mesmo sabendo que as ladainhas podem sofrer alteracoes ao improviso pelo cantador em ocaziao.
Ladainha cantada por Mestre Traira
Se diz que essa è a versao completa da ladainha de riachao, mesmo sabendo que as ladainhas podem sofrer alteracoes ao improviso pelo cantador em ocaziao.
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Ladainha cantada por Mestre Waldemar da Paixao
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Ladainha cantada por Mestre Waldemar da Paixao
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Quello che colpisce in una serata così, passata davanti a uno schermo a vedere emozioni di una capoeira d’origine, con filmati, musiche e storie d’epoca, è quello che oggi è la capoeira. Oggi la capoeira è esattamente quello che era, quello che mestre Pastinha falava: mandinga, manha, malicia, tudo o que a boca come.
La sua storia parla di come sia stato iniziato all’arte della capoeira da un africano che dopo averlo visto in difficoltà, picchiato da un altro ragazzo, decise di insegnargli a difendersi. Naturalmente in seguito Pastinha affrontò quel ragazzo usando la capoiera avendo la meglio. A 20 anni entra nella marina mercantile per 10 anni, insegnando capoeira. In seguito Pastinha crea il centro sportivo di capoeira angola nel 1941, che poi si trasferisce nel 1952 nel centro storico di Salvador, il Pelôurinho.
E’ interessante vedere come lui sia stato scelto tra molti altri capoeiristi sia per la sua bravura che per la sua conoscenza, per le sue doti organizzative e non da meno per le sue amicizie come Jorge Amado, Caribé, il filosofo Jean-Paul Sartre e l’attore Jean-Paul Belmondo. Meglio di altri era adatto a portare avanti la cultura, la sostanza, l’anima della capoeira per come era nata, nobilitandola. Caratteristica è anche la sua uniforme, che a differenza del classico bianco, si distingue dal preto e amarelo (nero e giallo), per il semplice motivo che il mestre tifa per Ipiranga, una squadra di calcio di Bahia.
Nel 1966 riesce a completare un suo sogno: andare in Africa, in Senegal, e portarvi la capoeira.
Nel 1971 però il governo toglie lo spazio al Pelôurinho alla sua accademia con la scusa di ristrutturazioni, e ne fa un ristorante. Questo è un duro colpo per Pastinha, che accusa anche fisicamente, con problemi di salute che tra l’altro lo inducono alla cecità. Continua a giocare anche da cieco, tra il rispetto di tutti, ma i tempi della notorietà sono passati, tutti sembrano essersi dimenticati di lui e il declino lo colpisce tanto da farlo morire in solitudine nel quartiere di boa viagem dove morì il giorno 13 di novembre a 93 anni.
Quello che resta di una storia di uomo è quello che ha creato e portato avanti: i suoi allievi, tra cui Mestre Joao Grande e Mestre Joao Pequeno. Il suo libro, Capoeira Angola, e tutti i suoi insegnamenti.
Il film riesce a trasmettere le emozioni di grande rispetto e affetto di chi l’ha conosciuto e apprezzato, e allo stesso tempo l’idea di una lotta che non è la sola capoiera, ma il voler dare il valore che merita, la nobilitazione a un’arte e a una cultura che è quella afro-brasiliana del mondo della capoeira, fatta di persone, di conoscenze di vita che spesso non si rifanno ai canoni della società moderna di università e titoli, ma che per questo non hanno meno valore.
“A Capoeira è hoje o esporte da vida”
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Besouro Mangangá
Primo post di questo Blog e subito primo compito, affidato da Leonardo, è stato quello di relazionare quanto detto durante la discussione di gruppo di mercoledì: La storia di Besouro.
Ingrato compito visto che non ho preso appunti e la stanchezza lavorativa non ha aiutato memoria ed apprendimento…
Tutti o quasi armati di fogli stampati abbiamo letto la ricerca fatta e i profili emersi sulla vita di Besouro erano comuni.
Differenti invece le cause della sua morte.
Nato nel 1895 avrebbe intrapreso la vita militare entrando e lavorando nel corpo della marina.
Il suo animo ribelle poco si adattava alle regole rigide della disciplina militare e gli scontri con i suoi superiori e colleghi erano frequenti.
Leggenda narra che nessuno amava discutere con Bisouro temendo la sua forza e tollerando le sue subordinazioni.
Tolleranza che durò sino a quando un giorno in una discussione con tre poliziotti riuscì a disarmarli e a legarli ad un paolo. Raccolte le pistole si recò al comando di polizia consegnò le pistole indicando, con fare spavaldo, i tre malcapitai che aveva legato.
Immediatamente espulso dalla marino iniziò la sua vita da capoeirista e lavoratore occasionale.
Diverse storie lo raccontano come il paladino dei deboli sempre pronto a difendere chi veniva sfruttato dai fazendeiros.
Ma la vera leggenda di Besouro si costruisce sulla sua vita di capoeirsta.
Grande combattente, agile, forte e attento riusciva sempre a scappare dalla polizia. L’affrontava direttamente, scappava oppure simulava pianto e disperazione per poi colpire furtivamente e scappare senza lasciar traccia.
E’ proprio dalla sua gran capacità di sfuggire che dovrebbe essergli stato attribuito il nome di Besouro:coleottero.
Veloce come un coleottero.
Altra legeenda lo definisce CORPO FECHADO , chiuso, protetto. Una protezione che deriva dalla volontà degli orixas che lo proteggono non solo dai colpi dei capoeiristi ma anche dalle pallottole della polizia.
Ora le leggende della sua morte.
Tutte hanno in comune un elemento: Besouro era analfabeta.
Da qui la prima leggenda sostiene che Besouro non sapendo leggere abbia consegnato ad una persona un foglietto con su scritto “Uccidimi” (o qualcosa del genere…). Al che il destinatario del messaggio provvedette a rispettare il suo volere e gli sparò.
Un’altra, che sembrerebbe la più attendibile, narra la vicenda in modo differente e più mistico.
Besouro lavorava per un fazendeiro che decise di non pagare i lavoratori per ragioni poco chiare.
L’unico a ribellarsi e a richiedere il pagamento fu proprio Besouro. Il fazendeiro pagò subito ma indispettito tese una trappola.
Consegnò un messaggio a Baesouro dicendogli di consegnarlo ad un proprio amico. Nel messaggio era riportata la richiesta di uccidere Besouro.
Besouro consegnò il messaggio (non sapendo leggere non ne conosceva il contenuto) al suo assassino che dopo averlo invitato a passare la notte in casa organizzò subito il delitto.
Timororso di Besouro e del suo corpo fechado chiamò la polizia ed alcuni suoi amici per affrontarlo.
La leggendo dice he una volta circondato da olte 40 persone Besouro fu capace non solo di schivare i colpi ma anche le pallottole (tipo matrix…) sino a quando non fu accoltellato alle spalle.
Non un coltello qualsiasi ma un coltello magico, fatto di tucum un legno speciale, l’unico in grado di distruggere il corpo fechado di Besouro.
Ora al cinema sarà proiettao anche il film . Alcune scene mi ricordano “la tigre e il dragone” e anche qualche film di Bruce Lee.
Quando riusciremo a vederlo pubblicheremo una nostra valutazione.
Axè.
PS
A voi dirmi cosa ho scritto di errato.
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